Pedro Ferreira, dalle Carceri di Torino, 1945
Cara Pierina, amore mio,
domattina all'alba un plotone d'esecuzione della guardia repubblicana fascista metterà fine ai miei giorni.
Non ho materiale il tempo per dilungarmi a narrarti i particolari della mia cattura e del mio processo, comunque li potrai sapere dai miei compagni (Corso M. Grappa 7/17) o indirettamente dai miei amici. Ciò che voglio dirti in punto di morte, Pierina, è che tu sei stata il primo unico vero amore, e che se fossi vissuto ti avrei chiesto in isposa e ti avrei fatta felice.
In queste ore, le più tragiche della mia vita, tutto il mio passato mi si para dinnanzi come sullo schermo di un film in una visione rapidissima. Ebbene Pierina, in tutta la mia vita, due furono i giorni in cui posso dire di essere stato veramente felice: il primo fu il 30 giugno 1940 quando mi innamorai di te e il secondo fu nell'estate 1941 quando appresi la notizia di essere stato ammesso alla R. accademia di Modena.
tante, moltissime volte, durante questi anni che mi separano dal 30 giugno 1940 ripensai con nostalgia al nostro amore, ed ora, in punto di morte, prima di immacolare la mia vita per l'ideale per cui da oltre un anno combattei nelle vallate alpine di questo ferreo Piemonte, sento il bisogno di concentrarmi un po' per ripensare a te, amore mio. Addio Pierina, ti auguro tanta felicità e ti auguro soprattutto di ritrovare l'amore senza il quale la vita non è vita.
Addio, Pierina, addio "addio piccola Piera del mio cuore" ( ti ricordi questo è un endecasillabo della poesia che ti dedicai quando ci lasciammo?)
Ricordati sempre di me come l'uomo che mai cessò di amarti di vero amore.
Un ultimo bacio.
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Valerio 'Lelli' Bavassano, dal carcere del Colle del Turchino1944
Mammina carissima
Un triste presentimento mi
dice che oggi è stata l’ultima
volta che ci siamo visti
Mammina cara il destino
continua a essere crudele con te.
Questa mia vita che insieme ab-
biamo contesa tante volte alla morte
credo stia per fuggirmi.
Ti sia di conforto il pensiero che
io sarò forte fino all’ultimo.
Certamente paura non ne sento
L’unica grande spina del mio cuore
e il sapere che tu e Milli resterete
sole al mondo.
Ho voluto seguire la mia idea
e adesso mi domando se di fronte
a te avevo il diritto di farlo.
Perdonami mammina se ti cagiono
questo grande dolore.
Ti avevo pur detto che mi sembra-
va poco naturale restar vivo solo io
fra tanti compagni morti.
Adesso andrò con loro.
Doveva finir così.
Ancora una volta mammina perdo-
nami.
Anche Milli deve perdonarmi e
dille che se spesse volte ci si bisticciava
era proprio perché ci volevamo bene.
Quando il dolore ti sembrerà insop-
portabile rifugiati in lei, ti sarà di
grande sollievo
Ricevi da tuo figlio il più affettuoso
abbraccio e tanti tanti baci, anche
per Milli. Per l’ultima volta, perdonate
mi
Vostro
Valerio
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Walter Fillak carcere di Genova 1943
Mio caro papà,
per disgraziate circostanze sono caduto prigioniero dei tedeschi.
Quasi sicuramente sarò fucilato –
Sono tranquillo e sereno perché pienamente consapevole d'aver fatto tutto il mio dovere d'italiano e di comunista.
Ho amato sopra tutto i miei ideali, pienamente cosciente che avrei dovuto tutto dare, anche la vita; e questa mia decisa volontà fa si che io affronti la morte con la calma dei forti.
Non so altro che dire.
Il mio ultimo abbraccio...
Walter
(il mio ultimo saluto a tutti quelli che mi vollero bene)
Mia cara mamma,
è la mia ultima lettera. Molto presto sarò fucilato. Ho combattuto per la liberazione del mio Paese e per affermare il diritto dei comunisti alla riconoscenza ed al rispetto di tutti gli Italiani. Muoio tranquillo perché non temo la morte.
Il mio abbraccio a te e Liliana, saluta la mia fidanzata Ines. Addio...
Walter
Mia carissima Ines,
sono caduto prigioniero e sarò fucilato.
Non mi pento di quanto ho fatto per la Causa: e non cambierei la mia vita anche se mi fosse possibile tornare indietro. Spero che la brevità della nostra conoscenza diminuirà il tuo dolore e ti auguro di aver presto, molto presto dalla vita quella felicità che avrei voluto darti io.
Il mio ultimo bacio...
Walter
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Goffredo Villa carcere di Genova 1944
Cara mamma e Milena
spero avrete un giorno queste poche righe. Non disdegnate la mia sorte sono contento di morire nel
mio ideale. Non piangete quindi e siate forti come mi sento io in questi tragici momenti. Un giorno sarò vendicato. Milena, sii più buona con la mamma di quello che non sono stato io. Vi abbraccio e vi bacio tutti.
Goffredo
Cara Milena, ho ricevuto la tua lettera. Ammiro la tua fermezza. Cerca di consolare la mamma e
di volerle tutto il bene che non le ho dato io. Non rimproveratemi per questa fine.
Sono felicissimo di morire per la mia causa di giustizia. I compagni mi vendicheranno. Salutateli.
Baci infiniti
Goffredo
W Stalin
Cara mamma, Milena, zii Lina parenti e conoscenti tutti.
Ciò che vi prego è che non piangiate e che non mi rimproveriate della fine che faccio. Dovete esserne fiere e rassegnate. Io sono calmissimo e conscio della fine che debbo fare.
Questo perché sono fermamente convinto dei miei principi e del compito.
Papà vi darà forza a voi come mi dà forza a me. Ricevete tanti baci e un eterno abbraccio
Un saluto e un ricordo a tutti i compagni: questo gli sia di sprone al combattimento fino alla vittoria
finale
Goffredo
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA ITALIANA 8 SETTEMBRE 1943 - 25 APRILE 1945 - EINAUDI EDITORE
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