domenica 1 aprile 2012

L'occhio che voleva cambiare il cinema (e il mondo)

"..Noi affermiamo che i vecchi film, romanzati, teatralizzati e simili, hanno la lebbra. Non vi avvicinate! Non toccateli con gli occhi! Pericolo di morte! Contagio! Noi dichiariamo che il futuro dell’arte cinematografica è la negazione del suo presente. Noi lanciamo un appello per affrettarne la morte. […] cerchiamo il nostro ritmo senza rubarlo a nessuno e lo troviamo nei movimenti delle cose.
..io sono il Kinoglaz. Sono l’occhio meccanico. Sono la macchina che vi mostra il mondo così com’è. […] Sono in ininterrotto movimento. Mi avvicino agli oggetti e me ne allontano, scivolo sotto di essi, entro in loro, mi muovo accanto al muso di un cavallo che fugge, fendo in piena corsa la folla, corro dinanzi ai soldati che corrono, mi rovescio sulla schiena, mi levo con gli aeroplani, precipito e risalgo, in volo, con corpi che precipitano e risalgono.."
Nel primo manifesto degli anni '20 del "Cine-occhio" (progetto cinematografico sovietico), il regista Dziga Vertov pone la sua fiducia nella esaltante possibilità di creare un cinema adeguato al progetto globale della rivoluzione, con nuovi linguaggi  che finiscano per distruggere le forme artistiche borghesi, e che questo progetto vada di pari passo con il nuovo assetto rivoluzionario della Russia.
Vertov credeva che le storie di finzione fossero solo fumo che il potere borghese gettava negli occhi del popolo, e per questo affermava la superiorità del documentario sul cinema di finzione.
I progetti di Vertov saranno via via rifiutati e boicottati dal potere cinematografico statale, giudicati poco affini alle direttive, stroncando così il tentativo di costruzione di un nuovo linguaggio.
Dziga Vertov, (maggiore esponente del movimento d'avanguardia Kinoglaz, con il suo "L'uomo con la macchina da presa" si è inserito fra i classici della cinematografia mondiale) è un artista che ha perduto la sua battaglia, ma è per questo uno fra i più straordinari esempi di ciò che avrebbe potuto essere (e non è stato) il cinema 'rivoluzionario'.
bibliografia consigliata: "L' occhio della rivoluzione. Scritti dal 1922 al 1942 - Dziga Vertov - a cura di P.Montani"




Nessun commento:

Posta un commento